Tuesday, June 27, 2017

Ai folli e ai sognatori: La La Land

Per una ragazza cresciuta a pane e musical, l'uscita di La La Land è stata accompagnata da una doppia sensazione di paura/attrazione. Avevo il timore che tutti quegli Oscar vinti, tutte quelle nomination e le pubblicità quasi ossessive per il nuovo "cult" dell'anno fossero soltanto fumo soffiato in faccia a chi fondamentalmente era solo interessato a qualche canzoncina orecchiabile e adolescenziali balletti stile "Amici" e similari. E invece...

*(Vi consiglio di premere play al video alla fine del post e leggere poi trama e commento, grazie)*

Come in una moderna favola per adulti: "C'era una volta..." in questo caso a Los Angeles, Mia, ragazza acqua e sapone che cerca di ottenere una parte di rilievo in qualche produzione cinematografica, partecipando a numerosi provini (che vanno sempre per il verso sbagliato) e ritrovandosi così a servire caffè e cappuccini vegani a star famose di passaggio lavorando come barista.
E poi c'è Sebastian, un talentoso musicista jazz che sogna di aprire un locale/club di qualità per appassionati del genere per poter regalare sogni attraverso la sua musica, mentre invece quello che fa per pagare le bollette è lavorare in un piano bar,  risultando banale perfino a se stesso. Le loro storie si intrecciano e i loro caratteri si scontrano/incontrano già all'inizio del film, subito dopo la suggestiva sequenza iniziale con la prima canzone in classico "Broadway style"  (balletti e canzoni in un'usuale location autostradale), Another Day of Sun. Finiscono poi per litigare dopo un party esclusivo sulle note di Lovely Night dove si confidano che tra loro non potrebbe mai nascere una vera storia d'amore. E invece, contro ogni previsione... il loro rapporto cresce sempre più tra delusioni lavorative e difficoltà, con la nota positiva del sostegno che reciprocamente  si trasmettono per la realizzazione dei rispettivi sogni.

MyMovies scrive: "Una moderna versione della classica storia d'amore ambientata a Hollywood, resa più intensa da numeri spettacolari di canto e danza. Il film ha ottenuto 14 candidature e vinto 6 Premi Oscar. E' stato premiato al Festival di Venezia, ha vinto 7 Golden Globes, 11 candidature e vinto 5 BAFTA, 4 candidature e vinto un premio al London Critics "

Non ero riuscita a vedere il film al cinema ma meno male che esistono i DVD! E devo dire che questa pausa, in attesa dell'uscita in home video,  mi ha aiutata probabilmente ad essere più obbiettiva. Certo, avevo ancora un po' paura che tutto quello che sui musical sapevo e conoscevo, calasse a picco peggio del Titanic. Ma allo stesso tempo ero entusiasta di vedere come se la sarebbe cavata il regista Damien Chapelle, dopo il suo exploit con "Whiplash",  dirigendo stavolta attori del calibro di Ryan Gosling ed Emma Stone. Per fortuna le previsioni non hanno rovinato la loro reputazione. Il protagonista maschile mi ha profondamente colpito anzi, sorpreso. La sua voce calda ed armoniosa, la sua espressività da consumato attore di teatro, quei balletti (W il tip tap!) mi hanno ricordato Dick Van Dyke ballare con  Julie Andrews ( Bert e Mary Poppins). Eccellente come abbia imparato a doppiare le parti di piano davvero particolari e da virtuoso. Ma, si sa, gli attori sanno proprio fare di tutto!
Emma Stone, dal canto suo,  ha confermato la sua abilità di attrice, anche se sembra esagerare con le sue  ripetitive espressioni malinconiche, ma probabilmente le direttive di regia erano queste: doveva essere così, una giovane ragazza delusa dalla vita, dai propri fallimenti e dalle storie sentimentali che non vanno sempre precisamente come si vorrebbe. Inoltre i due attori, che solitamente non sono veri e propri cantanti e ballerini, si muovono con grande naturalezza, come se fossero proprio nati per girare questo film!

Il tutto è condito con la giusta dose di musica di sottofondo che dall'inizio alla fine accompagna lo spettatore nel prosieguo logico e quasi naturale della storia.  Canzoni orecchiabili e simpatiche, alcune  molto ispirate. La colonna sonora, di Justin Hurwitz, è di grande bellezza, suonata  da un Sebastian  solista (ma anche accompagnata da altri strumenti nel corso del film) tanto che, alla fine, vi sembrerà di non conoscere nessun'altra musica e vi rimarrà in mente per giorni.

L'unica pecca, forse,  é una certa lentezza durante la parte centrale del film, che, se fossi stata l'autrice, avrei tagliato e riassunto in maniera più sintetica. Nonostante questo, ho apprezzato la divisione in capitoli della storia e una perfetta ambientazione anni Cinquanta (abiti, macchine e set cinematografici  molto dettagliati). Come anche le diverse chicche da attenti appassionati di cinema come mani che si sfiorano al cinema al buio, i baci difficili da darsi, le scene oniriche del planetario (che si ricollegavano alla canzone City of Stars) e il bellissimo e (assolutamente non banale) finale. Una conclusione che mi ha lasciato un certo sapore dolce/amaro in bocca. Una sensazione che, anche dopo qualche giorno, non sono riuscita a decifrare. 
Magari è stata proprio questa cosa a farmi apprezzare quest'opera.
Non so. Forse perchè anche io sono un po' sognatrice e folle proprio come Mia e Sebastian e  un "happy ending" tradizionale mi avrebbe magari banalmente resa più felice...