Friday, July 21, 2017

La fine del mondo e il paese delle meraviglie

Ho conosciuto lo scrittore Haruki Murakami due anni fa quando mia madre lesse 1Q84, ma non avevo ancora avuto il piacere di immergermi in uno dei suoi libri. Così in un pomeriggio afoso passato al supermercato nella sezione dedicata ai libri ho preso quasi solo per noia e per caso un romanzo, attratta ed incuriosita soprattutto dalla copertina.



“La fine del mondo e il paese delle meraviglie”. 


Una delle prime opere di Murakami (1985) quasi sconosciuta che forse avrei dovuto leggere dopo altri suoi romanzi, ma che mi ha portata a contatto con uno stile ed un approccio alla descrizione molto diversi rispetto agli scrittori che trattano lo stesso genere urban fantasy

Già dalle prime pagine del libro ho capito che non avrei letto con scioltezza e voracità, ma che mi sarei soffermata pezzo per pezzo, prendendomi tutto il tempo di cui avevo bisogno. Mi sono ritrovata così all’interno di un moderno ascensore  con un personaggio senza nome, la cui singolarità era quella di avere tutto sotto controllo, fin troppo, arrivando addirittura a contare gli yen nella tasca della giacca, moneta per moneta. Un personaggio che Murakami ci fa conoscere interiormente fino a scavare l’interno della sua coscienza, del suo io ed arrivare a delle considerazioni particolari come il mondo è un tavolino da tè formatosi per condensazione di una possibilità tra mille. Allo stesso tempo, come due persone che percorrono binari paralleli, c’è un secondo personaggio che vive in un mondo che va al di là dell’immaginazione, circondato da mura altissime e popolato da strane persone e da strane creature. Come se lo scrittore volesse far emergere questa doppiezza della nostra vita tra percezione ed immaginazione, tra logica e fantasia, tra carne, ossa e spirito, essenza. 


E così mentre a Tokyo quel primo personaggio, che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro si ritrova a dover lottare contro il tempo per la propria sopravvivenza tra mille avventure e luoghi sinistri e raccapriccianti, l’altro vive la noia della sua vita nella monotonia della nuova città fantastica in cui vive senza sapere il perchè, sperando un giorno di scappare via oltre quel muro. Così si alternano descrizioni di una Tokyo nella quale il potere del Sistema e della Fabbrica dei Semiotici, due grandi organizzazioni scientifiche, sono quasi ormai arrivati a controllare e dominare tutto il mondo attraverso la rete e la violenza ( e questo è il nostro paese delle Meraviglie, popolato, nei sotterranei della città, da essere immondi, gli Invisibili), e quelle di un paese in cui non succede nulla, dove gli esseri umani, privati della loro ombra, lavorano e vivono senza sentimenti, e dove ritroviamo personaggi come il disumano Guardiano, il gentile Colonnello, la senza cuore Bibliotecaria ( questa è la nostra fine del mondo).

A volte sono rimasta più di un giorno sullo stesso capitolo, rileggendo pezzi che mi sembravano troppo tecnici e “scientifici”, poi ho capito il senso di tutto ciò. Sarei dovuta andare oltre, farmi trasportare non dal significato di quelle parole ma vedere dove mi avrebbero portata. Perchè l’uomo ha sempre avuto il difetto del dover cercare di dare senso alla propria esistenza ed al mondo, classificandolo, nominandolo. Mentre avremmo dovuto soltanto essere più aperti alle emozioni, alle sensazioni ed all’amore. 

Così il lettore, attraverso i propri interrogativi, si ritrova ad avvicinarsi sempre di più all’enigma nascosto tra i due protagonisti, tra le due storie, tra i due binari, per arrivare a conoscere veramente anche se stesso.

E voi, avete mai letto La fine del mondo e il paese delle meraviglie? Cosa ne pensate?

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Titolo: La fine del mondo e il paese delle meraviglie
Autore: Haruki Murakami
Editore:
 Einaudi 
Prezzo: € 12,00 
Pagine: 515

In una piccola e spettrale città chiusa dentro mura che la separano dal resto del mondo, vivono abitanti privi dell'ombra e dei sentimenti, tranquilli al riparo di ogni emozione. Tra di loro, un nuovo arrivato ha il compito di leggere "i vecchi sogni" nel teschio degli unicorni, unici animali del luogo, cogliendo frammenti di memorie e di un'altra vita, di un'altra possibile dimensione. In parallelo, in un'asettica disumana e futuribile Tokyo, un uomo sarà coinvolto da uno scienziato tanto geniale quanto sconsiderato in un esperimento a rischio della vita che lo porterà a calarsi nei sottosuoli della città, in lugubri voragini animate da creature mostruose e maligne, metafore delle paure che agitano la coscienza di tutti. Ed è proprio lì, nel buio fondo della mente, che si troverà la chiave dell'enigma, la soluzione del mistero che lega i personaggi dei due mondi, che sono in realtà l'uno il riflesso dell'altro. Sarà possibile lo scambio tra le due dimensioni, il passaggio in entrambi i sensi, o il viaggio sarà senza ritorno?